Wildfarm, metafisica rurale nella campagne toscane

Wildfarm, metafisica rurale nella campagne toscane

'Wildfarm, metafisica rurale nella campagne toscane '
Wildfarm, metafisica rurale nella campagne toscane

La campagna toscana si caratterizza per la presenza di piccoli casolari abbandonati o fatiscenti, memoria dei tempi che furono. A far rivivere uno di questi casolari è lo Studio Milani, rivisitando il concetto di ruralità e riportandolo verso il contemporaneo.

Il casolare domina la Val di Cecina posto in un’altura naturale e rivolto verso la città di Volterra in un contesto paesaggistico eccezionale, quasi idilliaco. I due volumi di nuova costruzione dall’aspetto scolpito, quasi realmente dedotti da rocce naturali affioranti presentano coperture inclinate.

La vera unicità del progetto sta però non tanto nei volumi prismatici quanto nelle loro connessioni all’edificio esistente che avviene attraverso l’uso sapiente di acciao corten e vetro. La pietra come altro materiale principe del progetto funge da legante tra i vari livelli dell’edificio, dal piano terra fino al piano interrato dei nuovi volumi che funge da parcheggio, e si apre poi verso l’esterno andando a costituire un’ampia area terrazzata dove trovo posto la suggestiva piscina.

Il rapporto con l’esterno e con il paesaggio è continuo e reciprocamente attivo, in un continuo rimando tra la valle e l’oliveto, enfatizzato da un bow-window emergente rispetto alla superfice netta della parete, e rimarcato dall’uso del corten che ritorna anche in copertura lungo le linee di gronda. Così descrive le intenzioni progettuali i progettisti dello Studio Milani:

“Il concetto progettuale segue l’intenzione della messa in scena di un vero e proprio manifesto programmatico, ovvero, quello di poter affidare all’architettura autenticamente contemporanea, e convintamente antivernacolare, la mediazione tra contesto rurale e valore paesaggistico. Particolare attenzione è stata posta al rapporto tra forma e funzione facendo emergere le molte contraddizioni che una selvaggia agrituristizzazione della Toscana ha posto negli ultimi decenni, con conseguenti malintesi di carattere etico, culturale e tecnico. Perché continuare ad usare una forma insediativa pensata per lo più per assecondare i metodi del lavoro mezzadrile oggi scomparsi da decenni? Altro punto centrale del progetto è il tentativo di superare il pretestuoso antagonismo tra bellezza e verità cercando di limitare i formalismi, affidandosi alla spigolosa tridimensionalità della geometria classica, la più adatta alla luce del Tirreno che qui arriva a folate di scirocco”.