Codice Appalti pubblici: nuovo DDL delega con semplificazioni

Codice Appalti pubblici: nuovo DDL delega con semplificazioni

'Codice Appalti pubblici: nuovo DDL delega con semplificazioni'
Codice Appalti pubblici: nuovo DDL delega con semplificazioni

Il Consiglio dei Ministri del 30 giugno, su proposta del Presidente Mario Draghi e del Ministro delle infrastrutture e della mobilità sostenibili Enrico Giovannini, ha approvato un disegno di legge di delega al Governo in materia di contratti pubblici. Le linee direttrici del nuovo provvedimento approvato dal Consiglio dei Ministri sono semplificazione, legalità, digitalizzazione, sostenibilità. Entro sei mesi dalla data di entrata in vigore della legge (ancora non pubblicata in Gazzetta Ufficiale), il Governo dovrà adottare uno o più decreti legislativi sulla disciplina dei contratti pubblici.

Nel paragrafo relativo alla “Semplificazione in materia di contratti pubblici” del Piano Nazionale di ripresa e resilienza si legge che l’obiettivo è quello della semplificazione delle norme in materia di appalti pubblici e concessioni per l’efficiente realizzazione delle infrastrutture e per il rilancio dell’attività edilizia. Nel testo si punta ad un più stretto legame tra normativa nazionale e direttive europee, prestando una particolare attenzione alla qualificazione delle stazioni appaltanti. In coerenza con il PNRR e con i principi di sostenibilità economica, sociale e ambientale, le norme da adottare dovranno assicurare efficienza e tempestività nell’affidamento, la gestione e l’esecuzione di contratti e concessioni; tempi certi per le procedure di gara, per la stipula dei contratti e la realizzazione degli appalti, comprese le opere pubbliche che dovranno essere sempre più orientate all’innovazione e alla sostenibilità; il rafforzamento della qualificazione delle stazioni appaltanti.

È prevista la massima semplificazione delle procedure per gli investimenti in tecnologie verdi e digitali e per l’innovazione e la ricerca, in linea con gli obiettivi di sviluppo sostenibile dell’Agenda 2030 dell’Onu, così da aumentare il grado di eco-sostenibilità degli investimenti pubblici. Nei bandi di gara ci saranno clausole sociali e ambientali come requisiti necessari o premiali dell’offerta al fine di promuovere la stabilità occupazionale, l’applicazione dei contratti collettivi, le pari opportunità generazionali e di genere.

Per abbreviare i tempi delle gare, sono previste una digitalizzazione e informatizzazione completa delle procedure, la riduzione degli oneri amministrativi ed economici a carico dei partecipanti e strumenti per diminuire il contenzioso sull’affidamento ed esecuzione degli appalti.

Saranno verificati sistemi di qualificazione degli operatori di settore e della loro effettiva capacità di realizzare le opere oggetto di gara, delle competenze tecniche e professionali e del rispetto della legalità, compresi gli aspetti legati alla tutela del lavoro e alla prevenzione e contrasto alle discriminazioni di genere. Attenzione particolare è prevista anche per la verifica delle offerte anomale e per la individuazione dei casi in cui le stazioni appaltanti possano ricorrere al criterio del prezzo più basso d’offerta e all’affidamento congiunto della progettazione e dell’esecuzione dei lavori (cd. appalto integrato). Si propone di estendere e rafforzare i metodi di risoluzione delle controversie alternativi a quello giurisdizionale, per evitare di allungare i tempi di realizzazione delle opere e allo stesso tempo alleggerire i tribunali dai contenziosi.

Infine, una novità importante introdotta dal disegno di legge riguarda la semplificazione e l’estensione delle forme di partenariato pubblico-privato, in particolare riguardo alla finanza di progetto, per attirare investitori professionali.