Il Pavillon Le Corbusier : riapertura dopo un accurato restauro a cura

Il Pavillon Le Corbusier : riapertura dopo un accurato restauro a cura di Arthur Rüegg e Silvio Schmed.

'Il Pavillon Le Corbusier : riapertura dopo un accurato restauro a cura di Arthur Rüegg e Silvio Schmed.'
Il Pavillon Le Corbusier : riapertura dopo un accurato restauro a cura di Arthur Rüegg e Silvio Schmed.

Le Corbusier è stato un architetto, urbanista, pittore e designer svizzero naturalizzato francese, una tra le figure più influenti della storia dell'architettura contemporanea, spesso ricordato come maestro del Movimento Moderno e pioniere nell'uso del calcestruzzo armato per l'architettura, è stato anche uno dei padri dell'urbanistica contemporanea. L’ultima opera realizzata dal grande architetto Le Corbusier è un padiglione in riva al Lago di Zurigo che è stato aperto al pubblico l'11 maggio dopo un accurato restauro.

Il Pavillon Le Corbusier nacque grazie all'iniziativa e alla grande dedizione dell'interior designer e gallerista Heidi Weber che ottenne dalla città di Zurigo i diritti di costruzione per cinquant'anni e guidò la realizzazione con pazienza e perseveranza nonostante molte difficoltà. I lavori per la costruzione iniziarono nel 1964, ma si fermarono con la morte di Le Corbusier nell'agosto del 1965. Successivamente, fu creato un nuovo gruppo di progetto per completare con successo l'edificio. Il padiglione fu inaugurato nel 1967 come ultimo progetto di Le Corbusier.

Il restauro è stato in gran parte finanziato dalla Denkmalpflege e dalla Città, è stato affidato agli architetti Arthur Rüegg e Silvio Schmed, esperti in conservazione dell’architettura del XX secolo e fini conoscitori dell’opera di Le Corbusier, affiancati da esperti internazionali. L’obiettivo primario da subito è stato conservare l’opera così come è arrivata fino ai nostri giorni e adeguarla alle attuali esigenze espositive. Due i punti fermi da cui si è partiti: adattare i tempi di apertura del padiglione alle sue prestazioni (limitando l’apertura ai mesi caldi è stata drasticamente ridotta l’entità degli interventi volti a controllare il comfort interno) e non richiedere l’adeguamento ai regolamenti edilizi attuali (senza tale deroga l’edificio sarebbe stato sfigurato dall’aggiunta di uscite di sicurezza, dalla messa a norma dei parapetti, ecc.). Il primo problema grave che si è riscontrato in cantiere è stata la presenza di PCB (policlorobifenili) nella pittura (non più originaria) della copertura. Operai con maschere d’ossigeno hanno rimosso i contaminanti per decapaggio e hanno ridipinto le superfici metalliche con i colori brillanti d’origine desunti da documenti d’epoca, All’interno di uno speciale ponteggio in depressione. Per assicurare le condizioni climatiche necessarie alla funzione espositiva del Padiglione, si è deciso di concentrare le trasformazioni al piano interrato. La vasca di cemento armato su cui poggia l’edificio aveva subito negli anni diverse infiltrazioni d’acqua e andava risanata; inoltre l’interrato era l’unico spazio dove era possibile assicurare un clima controllato per le esposizioni limitando interventi invasivi; infine questo piano era stato in gran parte definito da Weber, poiché Le Corbusier non lo riteneva necessario. Così le lastre d’ardesia del pavimento d’origine sono state delicatamente deposte e rimesse in opera dopo aver risanato il cemento armato, inserito nuovi impianti e sostituito il sistema di riscaldamento a serpentine fuori uso dagli anni ’80. Unito ad un dispositivo di riscaldamento ad aria, il nuovo impianto a pavimento garantisce un’umidità relativa di 55-60%, adatta per l’allestimento di opere d’arte. Gli elementi metallici corrosi della struttura e dei tamponamenti sono stati tagliati e reintegrati con un accurato lavoro di manutenzione. I giunti in neoprene che assicuravano la tenuta dei pannelli d’involucro sono stati conservati quando possibile, mentre quelli che avevano perso elasticità sono stati sostituiti con nuovi giunti in silicone fedelmente riprodotti. Sulle facciate est e nord sono state mantenute le lastre di vetro esistenti, alcune d’origine, altre già sostituite da Weber nel corso degli anni e conservate come testimonianza,mentre sulla facciata sud, più esposta, dove Weber aveva aggiunto pellicole protettive contro i raggi ultravioletti, le lastre sono state sostituite da vetri isolanti che riducono l’assorbimento di raggi solari. Poiché i vetri esistenti e quelli nuovi sono disposti su prospetti diversi e mai accostati, le differenze non sono leggibili se non all’occhio dell’esperto. Il pavimento in gomma bolli della Pirelli, fuori produzione e che all’esterno aveva subito diverse infiltrazioni, è stato sostituito con un materiale identico alla vista prodotto nei Paesi Bassi.

Riaperto nel maggio 2019 dopo due anni di lavori, oggi il Padiglione è gestito dal Museum für Gestaltung che organizzerà ogni anno una mostra temporanea. La prima, intitolata “Mon Univers” e curata da Arthur Rüegg e Christian Brändle (fino a novembre 2019), permette di scoprire la varietà degli immaginari di Le Corbusier e dei suoi oggetti d’ispirazione.

"L'architettura è un fatto d'arte, un fenomeno che suscita emozione, al di fuori dei problemi di costruzione, al di là di essi. La Costruzione è per tener su: l'Architettura è per commuovere." Le Corbusier