Ingegneri donne cercansi: le case automobilistiche nipponiche si

Ingegneri donne cercansi: le case automobilistiche nipponiche si contendono profili femminili da inserire nel team

'Ingegneri donne cercansi: le case automobilistiche nipponiche si contendono profili femminili da inserire nel team'
Ingegneri donne cercansi: le case automobilistiche nipponiche si contendono profili femminili da inserire nel team

Dalla catena di montaggio ai team di progettazione, il Giappone cerca donne specializzate in aerodinamica, meccanica o elettronica. Nuove opportunità per le donne laureate in ingegneria, ma ancora poche candidate

In Giappone l’industria automobilistica sta cambiando le proprie politiche di recruitment aprendo le porte alle donne. A rivelarlo è Bloomberg che spiega come l’invecchiamento della forza lavoro e la minor propensione dei laureati a scegliere aziende nipponiche abbiano spinto i datori di lavoro a ingaggiare ingegneri donne, crendo opportunità interessanti per le laureate in ingegneria di tutto il mondo.

Ma se la domanda non manca, l’offerta scarseggia. Gli ingegneri donne specializzate nel settore della motoristica sono figure rare e molto ricercate, anche a livello internazionale. Un caso è quello di Yui Mitsuhashi, 24 anni, studentessa di ingegneria e alla guida del team di macchine da corsa della prestigiosa Università di Osaka. E' già corteggiata da Toyota e Nissan, ma lei non è convinta di lavorare nel settore automobilistico: troppo maschilista. Infatti, nonostante l’evoluzione di ruolo dei sessi, il mercato continua ad essere prettamente maschile. Nissan ha iniziato a promuovere l'uguaglianza di genere nel 2004 e oggi circa il 10% dei suoi dirigenti in Giappone sono donne; in Toyota , degli oltre 9 mila manager, solo il 2% è donna, ma nel gennaio scorso la società ha promosso una donna, l'ingegnere Chika Kako, nell'elité dei suoi 53 dirigenti più importanti. Alla Honda, invece, meno dell'1% dei dirigenti è di sesso femminile. Per le donne spazi e prospettive non mancano nell’automotrive giapponese. Non va meglio in Europa o negli States, dove le laureate che possono aspirare a questi ruoli non superano il 25% del totale.

E in Italia?

Lo stesso Sergio Marchionne, CEO di Fiat Chrysler Automobiles, a tal proposito ha ricordato pochi mesi fa che tra i suoi possibili successori ci sono solo uomini. Nel nostro paese la situazione dell’ingegneria al femminile rispecchia quella europea: se da un lato si assiste ad un aumento delle laureate in materie scientifiche, si hanno ancora poche laureate in ingegneria (circa il 30% del totale) , e ancor meno specialiste nel settore meccanico o elettrico (meno del 10%). Nonostante ciò in Italia si inizia a vedere qualche caso di successo come quello di Benedetta Porfini, ingegnere junior in Dallara, casa automobilistica emiliana specializzata in automobili da competizione. Oggi si occupa di progettazione e ricorda come particolarmente utili i test effettuati sul campo alla Galleria del Vento. "La mia determinazione, è quello che mi spinge ad andare avanti e mi aiuta svolgere il lavoro che amo. E poi ci sono sempre più donne che stanno sviluppando una passione per le macchine e per l’ingegneria". Tra queste vale la pena ricordare la specialista dei materiali Elena Darecchio, ingegnere per la Formula1, Federica Cimarosti, ingegnere aerodinamico e Alessandra Cenicola, coordinatrice del programma telaio, trio che in Ferrari sta facendo meraviglie.