Ponte Morandi Genova, il 28 Giugno alle 9:37 l'esplosione e la

Ponte Morandi Genova, il 28 Giugno alle 9:37 l'esplosione e la demolizione.

'Ponte Morandi Genova, il 28 Giugno alle 9:37 l'esplosione e la demolizione.'
Ponte Morandi Genova, il 28 Giugno alle 9:37 l'esplosione e la demolizione.

A 318 giorni dalla data del tragico crollo del Morandi, che ha provocato 43 morti, l'implosione del moncone Est del ponte è avvenuta come da programma: le "pile" 10 e 11 sono collassate al suolo nel giro di 6 secondi alle 9:37 del 28 giugno del 2019.

"L'operazione non poteva andare meglio di così. Mi premeva che funzionassero i muri d'acqua. Abbiamo effettuato un contenimento delle polveri che farà scuola". Lo ha detto Danilo Coppe, esplosivista e titolare della Siag di Parma, la più importante azienda di demolizioni con esplosivo d'Italia, che ha attivato le microcariche che hanno demolito le pile 10 e 11 del Morandi. L'operazione di demolizione controllata delle pile 10 e 11 del viadotto Polcevera e' avvenuta in quattro fasi riassunte dalla prefettura di Genova:

Fase 1 - per la Campata 11, si è verificato il taglio degli stralli con cariche esplosive direzionali, dette "cariche cave" fornite e posizionate dal IX Reparto "Col Moschin" dell'Esercito.

Fase 2 - sia alla Pila 10 che alla Pila 11 e' avvenuta l'elevazione di un muro d'acqua in quota attivata da cariche esplosive fino ad una altezza di circa 90 metri, mitigando la diffusione di polveri.

Fase 3 - ha consentito l'annullamento delle strutture portanti di entrambe le campate, nonché dei due pilastri che reggevano gli stralli alti circa 92 metri. Per attutire la caduta il terreno sottostante e' stato coperto di materiale inerte.

Fase 4 - innalzamento di muri d'acqua, alti circa 40 metri, ai lati di entrambe le pile ha consentito un vero e proprio filtro laterale per una parte preponderante delle polveri generate dalla caduta dei manufatti.

Tutte le fasi si sono sviluppate nell'arco di 6 secondi, utilizzando circa 500 inneschi elettronici, oltre 500 kg di dinamite e 5000 metri di miccia detonante.

"La soddisfazione per la buona riuscita dell'operazione di oggi è grande, poiché questa fase della demolizione è davvero molto delicata e ha delle specificità uniche, come la dimensione dell'opera e l'utilizzo di azioni di mitigazione imponenti, come mai in passato, che hanno permesso il contenimento della diffusione delle polveri" così commentava, in una nota, Roberto Carpaneto, amministratore delegato di Rina Consulting, società responsabile del project management e della direzione dei lavori per la demolizione di Ponte Morandi. "Ancora una volta , prosegue ,l'estrema attenzione nei calcoli ha portato a verifiche tecniche precise ed affidabili che hanno contribuito al corretto svolgimento delle operazioni. Per noi, assicurarsi che i molti attori di un progetto così complesso si muovano all'unisono verso l'obiettivo comune, nel rispetto dei tempi e nel massimo della sicurezza è un compito sfidante. Il nostro ruolo di project manager ci dà il privilegio di essere tra i pochi soggetti che, non solo testimoniano la continua evoluzione del cantiere e dello skyline della città, ma che saranno coinvolti fino a quando il nuovo viadotto prenderà vita".

"Il ponte si è adagiato sulla propria ombra con un'implosione perfetta". Il consigliere delegato alla Protezione Civile Sergio Gambino parla di una demolizione andata secondo quanto previsto, sia per l'implosione vera e propria, che per le dinamiche di spargimento delle polveri. I tecnici hanno spiegato: "A distanza di venti minuti le polveri sono sparite. Le condizioni meteo sono ideali. Si può definire un'implosione perfetta. I palazzi non sono praticamente stati intaccati- spiegano- alla perfezione della demolizione deve seguire un'altrettanta perfezione nella misurazione dei parametri. Intorno al ponte tutto si svolge correttamente come viabilità".